Spesso si sente parlare di una fantomatica scadenza delle protesi mammarie, la domanda più frequente che le mie pazienti mi rivolgono è porprio “ma dovrò cambiarle tra 10 anni?”.

E’ una domanda importantissima a cui è difficile rispondere con in maniera generica.

Esistono infatti diversi fattori che possono andare a modificare la durata  di questo intervento chirurgico  che non ha una data di “scandenza” specifica.

Il primo fattore da tenere in considerazione è la qualità della protesi impiantata.Se si utilizzano protesi di qualità, in lienea teorica, la sostituzione non è “a tempo” ma legata solo a comparsa di qualche problema (rottura, contrattura capsulare per cicater le più frequenti). Tutti i marchi di protesi di qualità elevata sono assicurati per tutta la vita contro la rottura, questo non significa che non possono rompersi ma che se questa evenienza si verificasse il costo delle protesi sarebbe rimborsato dall’azienda produttrice.

Il secondo fattore è lo stile di vita:  una protesi impiantata in una paziente molto dinamica, che viene sottoposta a traumi e a continui movimenti  avrà (a parità di qualità) una durata inferiore a una protesi impiantata in una paziente sedentaria.

Il terzo fattore è l’anatomia: una paziente con un volume mammario di partenza importante (coppa b o C) richiederà una protesi più piccola, quindi con minore tendenza a creare atrofia dei tessuti sovrastanti. Inotre in caso di contrattura lieve non sarà percepito all’esterno alcun problema, cosa che invece potrebbe essere subito evidente in caso di protesi grandi su mammelle di piccole dimensioni.

Alla rimozione delle protesi, se non si eccede con il volume della stessa, sono spesso necessarie solo piccole mastopessi.

Al contrario protesi superiorir ai 450 cc spesso richiedono delle mastopessi importanti con reintegro di volume mammario con lipofilling.

Ricordiamo a tutte le pazienti che dopo intervento di impianto di protesi, sia esso a fini estetici o ricostruttivi, si consiglia di eseguire una visita di controllo annuale associata a ecografia mammaria (da aggiungere al normale screening per patologia mammaria).