L’errore di scegliere una protesi troppo grande

L’errore di scegliere una protesi troppo grande

 

Alcune pazienti sono ossessionate dai volumi, terrorizzate da ottenere un risultato non adeguato alle loro aspettative.

Spinte da questo timore cercano di indirizzare la scelta delle protesi verso volumi molto alti.

Il compito del chirurgo è quello di correggere questo comportamento e di scegliere la protesi adeguata ai tessuti mammari e al torace della paziente.

L’esempio che spesso faccio alle pazienti è quello del ristorante all you can eat.

Mangiare una quantità eccessiva di cibo solo perchè il prezzo non cambia non è un comportamento da prendere ad esempio quando si sceglie una protesi; la protesi rimarrà impiantata al torace anche durante la vita di tutti i giorni, durante l’attività sportiva, lavorativa ecc..

E’ imporante quindi scegliere una protesi che non sia così grande da prendere il “sopravvento” sul corpo della paziente con un risultato estetico scadente e poco naturale.

 

L’uso di protesi troppo grandi è anche sconsigliato per altri importanti motivi:

– Riduzione della sensibilità: mettere una protesi molto grande implica la creazione di una tasca protesica grande che a sua volta porta il chirurgo a tagliare una quantità maggiore di nervi. Inoltre i pochi nervi residui saranno stirati dalla protesi e ridurranno la loro funzionalità-

– Maggiore visibilità della protesi e maggiore palpabilità: una protesi troppo larga e molto proiettata sarà difficilmente nascosta dai tessuti.

– Risultato non naturale: sia a riposo che durante i movimenti la mammella avrà un aspetto “rifatto”, con un polo superiore troppo pronunciato.

– Atrofia dei tessuti: sia la mammella che il tessuto adiposo se messi sotto tensione da una protesi troppo grande andranno incontro a atrofia (riduzione). Questo implica una maggiore visibilità della protesi con il passare del tempo. Inoltre in icaso di rimozione della protesi i tessuti saranno sottili e poco elastici, con risultato estetico molto scarso.

– Ptosi accellerata: un peso maggiore riversato sui tessuti non fa altro che comportare una veloce discesa della protesi, con conseguente necessità di revisione anticipata

– Interferenza con i movimenti dell’arto superiore

Quali protesi sono migliori per un risultato naturale? Anatomiche o Rotonde?

Quali protesi sono migliori per un risultato naturale? Anatomiche o Rotonde?

Spesso le pazienti mi chiedono il tipo di protesi migliore per un risultato naturale.. .le informazioni su internet sono spesso contrastanti e creano confusione. Cerchiamo di chiarire quando è meglio scegliere le protesi anatomiche e quanto meglio scegliere quelle rotonde.

 

Le protesi in silicone, rotonde, anatomiche o ergonomiche sono scelte sempre in base all’anatomia della paziente.

?‍⚕️ Sfatiamo quindi alcuni miti ‍⚕️

? Non esiste una protesi ideale che vada bene per tutte le pazienti

? Non sempre le protesi anatomiche riescono a dare un risultato più naturale delle rotonde

? Non è spesso possibile predire con precisione quale protesi sarà usata, se non durante l’intervento stesso, utilizzando dei sizers.

Quello che consiglio alle pazienti durante la visita inziale è di spostare la loro concentrazione dalla protesi al tipo di risultato che vogliono ottenere e lasciare a me la scelta su protesi e tecnica da utilizzare.

Cerchiamo di fare un po di chiarezza!

Le protesi rotonde hanno una distrubuzione radiale del volume, quindi aggiungono volume sia nella parte superiore della mammella che nella porzione inferiore.

Le protesi anatomiche (a goccia) hanno invece un volume distributio in maniera asimmetrica, con un volume maggiore al polo inferiore e minore al polo superiore.

Regola Base in pazienti con un anatomia “semplice” dal punto di vista chirurgico

In pazienti che  hanno una cono mammario ben proporzionato (sebbene di volume ridotto) e con un polo inferiore con un buon volume, le protesi rotonde permettono di avere un risultato naturale e indistinguibile da quello dato da una protesi anatomica.

In pazienti con una mammella completamente svuotata, con un polo inferiore inesistente, le protesi anatomiche più indicate.

 

Complicanza specifica delle protesi anatomiche – la rotazione

La protesi anatomica, in rapporto alla sua configurazione volumetrica, in caso di rotazione causa una distorsione della mammella. In parole povere la naturalezza data dal volume localizzato ai poli inferiori della mammella viene persa, con un polo superiore che diventa prominente e innaturale e un polo inferiore svuotato.

Anche la protesi rotonda può ruotare ma in quel caso la rotazione non causa nessuna alterazione di forma della mammella, essendo il volume equalmente distribuito su tutta la protesi.

Il rischio di rotazione è ovviamente molto basso, ma da tenere in considerazione se la paziente ha un attività sportiva o lavorativa molto intensa.

 

Cosa sono le protesi ergonomiche?

Le protesi ergonomiche sono delle protesi rotonde riempite di un gel molto morbido che permette alle stesse di assumere una forma “anatomica” con paziente in posizione eretta.

Molte ditte come Allergan e Mentor hanno da sempre fornito protesi più “morbide” che abbiano questo effetto, negli ultimi anni la MOTIVA ha puntato in maniera importante su questo concetto, spesso sconosciuto ai pazienti (ma conosciuto da molti anni a noi chirurghi).

Per poter sfruttare realmente l’effetto ergonomico il volume della protesi non deve essere eccessivo perchè se i tessuti della pazeinte vengono “saturati” ai poli inferiori la protesi per quanto ergonomica  non potrà mantenere questa caratteristica, a differenza di una vera e propria anatomica (che ha in memoria la sua forma).

 

La protesi migliore?

Non esiste una protesi migliore di un altra, esiste una protesi migliore per ogni paziente in rapporto alla sua anatomia e al volume che si vuole raggiungere.

Come si può vedere nel video che segue esistono mammalle con forme totalmente diverse, alcune mammelle sono completamente svuotate sia ai poli superiori che inferiori altre mantengono un buon volume ai poli inferiori.

E’ imperativo affidarsi a un chirurgo che ha esperienza in questo tipo di chirurgia per ridurre la possibiltà di avere un risultato non ottimale

EBOPRAS – una importante certificazione di qualità

EBOPRAS – una importante certificazione di qualità

?L’ EBOPRAS è un associazione internazionale che ha come fine quello di certificare la preparazione dei chirurghi plastici.
Il superamento dei loro due esami è un importante ”sigillo” di qualità che pochi chirurghi Italiani sono riusciti a inserire nel loro curriculum?
?Nel aprile 2018 ho aggiunto questo importante passo nel mio percorso iniziato con la specializzazione, i tanti anni passati a lavorare a fianco dei migliori chirurghi in giro per il mondo, centinaia di libri e congressi…

Anche questo è un momento per ricordare ai pazienti l’importanza di affidarsi solo a personale qualificato, che impiega anni a formarsi prima di eseguire una procedura sui pazienti per offrire la massima sicurezza e il minor rischio di complicanze.

Sempre più di frequente capita di imbattersi in sedicenti medici o peggio chirurgi estetici, che in poche settimane (o a volte giorni) di corso si fregiano di qeusto titolo, senza aver mai sostenuto un esame reale, senza aver mai trattato un paziente reale.

#Euraps #chirurgiaplastica #chirugiaricostruttiva #chirurgiaestetica #chirurgiaplasticacalabria

Taglia del reggiseno.. questa sconosciuta

Taglia del reggiseno.. questa sconosciuta

Si fà spesso confusione quando si parla di volume mammario perchè si fa riferimento alla taglia del reggiseno.

In italia le “taglie” non sono correlate al volume mammario, o meglio non solo a quello …

Il valore numerico (prima— seconda — terza) è il numero ottenuto dalla formula: circonferenza del torace meno 60 cm, fratto 5, arrotondato al numero intero più vicino.

Come si può capire un torace molto largo con mammelle piccole può avere la stessa “taglia” di un torace piccolo con mammelle grandi.

Secondo lo standard europeo (EN 13402), entrato in vigore nel 2007, il valore numerico delle misure dei reggiseni venduti in tutta Europa, deve essere la circonferenza del torace approssimata al multiplo di 5 cm più vicino.

Quindi secondo lo schema europeo la taglia si riferisce solo alla circonferenza del torace.

Ha senso quindi associare questo valore alla coppa, che altro non è che il volume effettivo delle mammelle.

In mariera orientativa possiamo dire che ogni coppa ha un aumento volumetrico di circa 150 cc rispetto alla precedente.

Quando scegliamo una protesi per una mastoplastica additiva dovremmo quindi parlare di Coppa e non di Taglia.

Per evitare errori durante la visita in genere faccio provare alle pazienti dei SIZERS che danno un idea di quello che sarà il risultato finale, evitando quindi di trovarsi con un seno troppo piccolo o troppo grande rispetto alle aspettative.