Quanto dura una protesi mammaria? Va cambiata ogni 10 anni?

Quanto dura una protesi mammaria? Va cambiata ogni 10 anni?

Spesso si sente parlare di una fantomatica scadenza delle protesi mammarie, la domanda più frequente che le mie pazienti mi rivolgono è porprio “ma dovrò cambiarle tra 10 anni?”.

E’ una domanda importantissima a cui è difficile rispondere con in maniera generica.

Esistono infatti diversi fattori che possono andare a modificare la durata  di questo intervento chirurgico  che non ha una data di “scandenza” specifica.

Il primo fattore da tenere in considerazione è la qualità della protesi impiantata.Se si utilizzano protesi di qualità, in lienea teorica, la sostituzione non è “a tempo” ma legata solo a comparsa di qualche problema (rottura, contrattura capsulare per cicater le più frequenti). Tutti i marchi di protesi di qualità elevata sono assicurati per tutta la vita contro la rottura, questo non significa che non possono rompersi ma che se questa evenienza si verificasse il costo delle protesi sarebbe rimborsato dall’azienda produttrice.

Il secondo fattore è lo stile di vita:  una protesi impiantata in una paziente molto dinamica, che viene sottoposta a traumi e a continui movimenti  avrà (a parità di qualità) una durata inferiore a una protesi impiantata in una paziente sedentaria.

Il terzo fattore è l’anatomia: una paziente con un volume mammario di partenza importante (coppa b o C) richiederà una protesi più piccola, quindi con minore tendenza a creare atrofia dei tessuti sovrastanti. Inotre in caso di contrattura lieve non sarà percepito all’esterno alcun problema, cosa che invece potrebbe essere subito evidente in caso di protesi grandi su mammelle di piccole dimensioni.

Alla rimozione delle protesi, se non si eccede con il volume della stessa, sono spesso necessarie solo piccole mastopessi.

Al contrario protesi superiorir ai 450 cc spesso richiedono delle mastopessi importanti con reintegro di volume mammario con lipofilling.

Ricordiamo a tutte le pazienti che dopo intervento di impianto di protesi, sia esso a fini estetici o ricostruttivi, si consiglia di eseguire una visita di controllo annuale associata a ecografia mammaria (da aggiungere al normale screening per patologia mammaria).

Il diario del filler alle labbra –

Il diario del filler alle labbra –

?Il filler alle labbra è uno dei trattamenti di medicina estetica più richiesti.

Spesso capita che le pazienti siano un po’ spaventate dal dolore legato alla sua applicazione, dai giorni che seguono il trattamento e dal possibile effetto poco naturale.

DOLORE? Fa molto male?  

Sarebbe una bugia dire che il trattamento è completamente indolore, ma questo è in genere ben controllato dalla crema anestetica applicata prima di iniziare e dall’anestetico locale presente all’interno dei filler che dopo le prime punture riesce a anestetizzare le labbra.

EFFETTO CANOTTO?

Come ogni tecnica in chirurgia estetica si può andare alla ricerca di un effetto naturale, cosa che preferisco per le mie pazienti, o di un effetto artefatto.

Partendo da questo assunto è vero che il filler ha bisogno di qualche giorno per poter mostrare il risultato finale.

Nei primi giorni è normale avere la sensazione di aver ”esagerato”, perche l’edema, causato in parte dal trauma e in parte dalla tendenza a richiamare liquidi di molti filler, rende il volume temporaneamente maggiore a quello desiderato.

Passata questa fase si ha la fase che chiamo ”luna di miele” in cui le pazienti sono innamorate del risultato e vorrebbero che durasse così per sempre.

Quello che accade dopo qualche settimana, sopratutto nel primo trattamento, è che il filler, integrandosi con i tessuti, perde in parte il suo potere volumetrico..
La paziente pensa che sia già riassorbito… Nella realtà il filler è ancora presente e servirà come supporto per la seconda fiala che nella maggioranza dei casi avrà risultato di 3-6 mesi in rapporto alla velocità di degradazione dell’acido ialuronico che è diversa da paziente a paziente.

Scegliete sempre un chirurgo plastico che vi garantisca elevati livelli di trattamento, dalla fase informativa alla scelta del prodotto migliore ed evitate sempre soluzioni low cost… I prodotti di qualità non sono mai economici e quelli economici non sono mai di qualità ?‍⚕️

Per una maggiore sicurezza richiedete al vostro chirurgo di consegnare il talloncino del prodotto utilizzato ad ogni trattamentocosa aspettarsi da un filler labbra

Caffè Rosa al Marrelli Hospital

Caffè Rosa al Marrelli Hospital

Come ogni anno il Marrelli Hospital ha organizzato una magnifica giornata all’insegna dell’informazione sul tumore mammario, finalmente con la breast unit al completo e in piena efficienza.

Ottobre ì il mese dedicato al tumore mammario e il 17 ottobre è la giornata mondiale della ricostruzione mammaria BRA DAY (BREAST RECONSTRUCTION AWARNESS).

Ne approfitto per ricordare che in caso di tumore mammario le possibilità di guarigione totale sono ormai altissime se la neoplasia è tratatta in fase iniziale, è quindi fondamentale seguire i programmi di screening per una diagnosi precoce.

Citando uno grande scienziato che ho avuto l’onore di conoscere, il. Prof. Veronesi, “è relativamente semplice estirpare il tumore dalla mammella della paziente ma è molto più difficile togielo dalla sua mente”.

La ricostruzione mammaria ha come obiettivo quello di rendere la guarigione paziente completa, restituendo alla mammella una morfologia naturale.
Sul sito trovate una guida dettagliata alle moderne tecniche di ricostruzione che io e i miei collaboratori siamo in grado di garantire ai pazienti Calabresi sul territorio CALABRESE, perché il primo passo verso la ricostruzione è la consapevolezza (awareness). La consapevolezza che è possibile tornare ad una vita normale.
BRA DAY

Dr. Leonardo Ioppolo
Chirurgo plastico EBOPRAS
CALABRIA .. https://leonardoioppolo.com/chirurgia-ricostruttiva/ricostruzione-mammaria

L’errore di scegliere una protesi troppo grande

L’errore di scegliere una protesi troppo grande

 

Alcune pazienti sono ossessionate dai volumi, terrorizzate da ottenere un risultato non adeguato alle loro aspettative.

Spinte da questo timore cercano di indirizzare la scelta delle protesi verso volumi molto alti.

Il compito del chirurgo è quello di correggere questo comportamento e di scegliere la protesi adeguata ai tessuti mammari e al torace della paziente.

L’esempio che spesso faccio alle pazienti è quello del ristorante all you can eat.

Mangiare una quantità eccessiva di cibo solo perchè il prezzo non cambia non è un comportamento da prendere ad esempio quando si sceglie una protesi; la protesi rimarrà impiantata al torace anche durante la vita di tutti i giorni, durante l’attività sportiva, lavorativa ecc..

E’ imporante quindi scegliere una protesi che non sia così grande da prendere il “sopravvento” sul corpo della paziente con un risultato estetico scadente e poco naturale.

 

L’uso di protesi troppo grandi è anche sconsigliato per altri importanti motivi:

– Riduzione della sensibilità: mettere una protesi molto grande implica la creazione di una tasca protesica grande che a sua volta porta il chirurgo a tagliare una quantità maggiore di nervi. Inoltre i pochi nervi residui saranno stirati dalla protesi e ridurranno la loro funzionalità-

– Maggiore visibilità della protesi e maggiore palpabilità: una protesi troppo larga e molto proiettata sarà difficilmente nascosta dai tessuti.

– Risultato non naturale: sia a riposo che durante i movimenti la mammella avrà un aspetto “rifatto”, con un polo superiore troppo pronunciato.

– Atrofia dei tessuti: sia la mammella che il tessuto adiposo se messi sotto tensione da una protesi troppo grande andranno incontro a atrofia (riduzione). Questo implica una maggiore visibilità della protesi con il passare del tempo. Inoltre in icaso di rimozione della protesi i tessuti saranno sottili e poco elastici, con risultato estetico molto scarso.

– Ptosi accellerata: un peso maggiore riversato sui tessuti non fa altro che comportare una veloce discesa della protesi, con conseguente necessità di revisione anticipata

– Interferenza con i movimenti dell’arto superiore

Quali protesi sono migliori per un risultato naturale? Anatomiche o Rotonde?

Quali protesi sono migliori per un risultato naturale? Anatomiche o Rotonde?

Spesso le pazienti mi chiedono il tipo di protesi migliore per un risultato naturale.. .le informazioni su internet sono spesso contrastanti e creano confusione. Cerchiamo di chiarire quando è meglio scegliere le protesi anatomiche e quanto meglio scegliere quelle rotonde.

 

Le protesi in silicone, rotonde, anatomiche o ergonomiche sono scelte sempre in base all’anatomia della paziente.

?‍⚕️ Sfatiamo quindi alcuni miti ‍⚕️

? Non esiste una protesi ideale che vada bene per tutte le pazienti

? Non sempre le protesi anatomiche riescono a dare un risultato più naturale delle rotonde

? Non è spesso possibile predire con precisione quale protesi sarà usata, se non durante l’intervento stesso, utilizzando dei sizers.

Quello che consiglio alle pazienti durante la visita inziale è di spostare la loro concentrazione dalla protesi al tipo di risultato che vogliono ottenere e lasciare a me la scelta su protesi e tecnica da utilizzare.

Cerchiamo di fare un po di chiarezza!

Le protesi rotonde hanno una distrubuzione radiale del volume, quindi aggiungono volume sia nella parte superiore della mammella che nella porzione inferiore.

Le protesi anatomiche (a goccia) hanno invece un volume distributio in maniera asimmetrica, con un volume maggiore al polo inferiore e minore al polo superiore.

Regola Base in pazienti con un anatomia “semplice” dal punto di vista chirurgico

In pazienti che  hanno una cono mammario ben proporzionato (sebbene di volume ridotto) e con un polo inferiore con un buon volume, le protesi rotonde permettono di avere un risultato naturale e indistinguibile da quello dato da una protesi anatomica.

In pazienti con una mammella completamente svuotata, con un polo inferiore inesistente, le protesi anatomiche più indicate.

 

Complicanza specifica delle protesi anatomiche – la rotazione

La protesi anatomica, in rapporto alla sua configurazione volumetrica, in caso di rotazione causa una distorsione della mammella. In parole povere la naturalezza data dal volume localizzato ai poli inferiori della mammella viene persa, con un polo superiore che diventa prominente e innaturale e un polo inferiore svuotato.

Anche la protesi rotonda può ruotare ma in quel caso la rotazione non causa nessuna alterazione di forma della mammella, essendo il volume equalmente distribuito su tutta la protesi.

Il rischio di rotazione è ovviamente molto basso, ma da tenere in considerazione se la paziente ha un attività sportiva o lavorativa molto intensa.

 

Cosa sono le protesi ergonomiche?

Le protesi ergonomiche sono delle protesi rotonde riempite di un gel molto morbido che permette alle stesse di assumere una forma “anatomica” con paziente in posizione eretta.

Molte ditte come Allergan e Mentor hanno da sempre fornito protesi più “morbide” che abbiano questo effetto, negli ultimi anni la MOTIVA ha puntato in maniera importante su questo concetto, spesso sconosciuto ai pazienti (ma conosciuto da molti anni a noi chirurghi).

Per poter sfruttare realmente l’effetto ergonomico il volume della protesi non deve essere eccessivo perchè se i tessuti della pazeinte vengono “saturati” ai poli inferiori la protesi per quanto ergonomica  non potrà mantenere questa caratteristica, a differenza di una vera e propria anatomica (che ha in memoria la sua forma).

 

La protesi migliore?

Non esiste una protesi migliore di un altra, esiste una protesi migliore per ogni paziente in rapporto alla sua anatomia e al volume che si vuole raggiungere.

Come si può vedere nel video che segue esistono mammalle con forme totalmente diverse, alcune mammelle sono completamente svuotate sia ai poli superiori che inferiori altre mantengono un buon volume ai poli inferiori.

E’ imperativo affidarsi a un chirurgo che ha esperienza in questo tipo di chirurgia per ridurre la possibiltà di avere un risultato non ottimale

EBOPRAS – una importante certificazione di qualità

EBOPRAS – una importante certificazione di qualità

?L’ EBOPRAS è un associazione internazionale che ha come fine quello di certificare la preparazione dei chirurghi plastici.
Il superamento dei loro due esami è un importante ”sigillo” di qualità che pochi chirurghi Italiani sono riusciti a inserire nel loro curriculum?
?Nel aprile 2018 ho aggiunto questo importante passo nel mio percorso iniziato con la specializzazione, i tanti anni passati a lavorare a fianco dei migliori chirurghi in giro per il mondo, centinaia di libri e congressi…

Anche questo è un momento per ricordare ai pazienti l’importanza di affidarsi solo a personale qualificato, che impiega anni a formarsi prima di eseguire una procedura sui pazienti per offrire la massima sicurezza e il minor rischio di complicanze.

Sempre più di frequente capita di imbattersi in sedicenti medici o peggio chirurgi estetici, che in poche settimane (o a volte giorni) di corso si fregiano di qeusto titolo, senza aver mai sostenuto un esame reale, senza aver mai trattato un paziente reale.

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